Un bel giorno avvenne lor incontro, sacro e puro evento.
Caso, immortale figlio del Nulla e fratello di Tempo,
vide la bellissima figlia di Umanità, Fortuna.
Entrambi eterni bambini, entrambi legati dalla loro divinità.
La Terra, divenuta il gioco prediletto di Caso e Tempo,
aveva generato l’amabile Fortuna, che benedizioni trasmetteva con il suo bacio.
Creatura prediletta da Caso, venerata ed odiata dall’uomo.
Nata cieca, ma dal gran cuore, che più degli occhi trasmetteva la sua purezza.
Ella donava, donava amore infinito
a chiunque avesse incrociato il suo celeste cammino.
Il sublime incontro, produsse nei due una gran gioia,
ma dolorosa fu per Fortuna la consapevolezza che il suo potere,
anche se utilizzato per fini benevoli,
equilibrato non era e, a detta di Caso, “premia spesso chi benevolenza non merita”.
La candida fanciulla, dal pensiero innocente,
non si colpevolizzava per ciò che poteva aver causato.
“Chi non meriterebbe il mio bacio?”.
La saggia bambina, che con nessuna distinzione sceglieva il proprio obbiettivo.
Da quel momento Caso, se ne ha voglia,
quando gioca con la dolce Fortuna,
le sussurra all’orecchio, le consiglia chi baciare, chi benedire,
in modo che anche i più sfortunati potessero godere di momenti di gloria.
Quello tra Caso e Fortuna fu un incontro indispensabile,
perché entrambi ebbero nuova compagnia per i lor eterni giochi.
Da essi nacque Giustizia, punitrice delle prepotenze
e divina protettrice degli innocenti.
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