Di solito finisco col ripetermi “Ho letto proprio poco quest’anno”. Poi, ad un certo punto, ho guardato le recensioni pubblicate nel 2019: ben 17 libri! Non considerando quelli che ho letto e di cui non ho trattato sul blog. La cosa mi ha lasciata basita, essendo io abituata a incolparmi sempre di leggere troppo poco. Per me un libro al mese è già tanto, anche perché non sono un’accanita lettrice e mi piace fruire di diversi tipi di media, perciò cerco di ritagliarmi del tempo per ogni cosa che mi ispiri. Proprio per questa mia natura poliedrica non avrei mai pensato di riuscire a leggere così tanto in un solo anno. Sono davvero contenta e miro a leggere ancora di più nel 2020. È probabile che il mio blog mi stia aiutando molto su questo fronte, considerando che amo parlare con voi gufetti dei libri che ho letto.
Ma ora andiamo agli ultimi libri che ho recensito. Nel caso foste curiosi di conoscere i libri che ho trattato tempo fa, andate a leggere il mio vecchio articolo I miei 5 libri preferiti tra le mie recensioni. Voglio fare una piccola analisi di quello che mi è piaciuto e quello che non mi è piaciuto e, infine, scoprire qual è il mio libro preferito tra gli ultimi recensiti. Iniziamo!
Faccio una piccola premessa: sarà difficile individuare un libro preferito, tra gli ultimi che ho letto, perché ho avuto la fortuna di avere a che fare con autori davvero bravi. Credo che ognuno dei vostri libri mi abbia lasciato qualcosa di bello dentro, alla fine.
Il mio viaggio è iniziato volando con Ambra celeste, come si addice a un gufetto esploratore, a bordo di aeronavi assieme ai protagonisti, immersi in una splendida atmosfera steampunk. Muoio dalla voglia di ripetere questa esperienza e spero di poter aiutare altri autori italiani a far conoscere i propri romanzi entro questo genere. Una cosa di cui non ho parlato nella recensione è che l’autore mi fece leggere anche una sua fiaba, che esplorava sempre il genere steampunk. Sì, non me ne sono dimenticata. Ho apprezzato molto la tecnica matura dell’autore. Una scrittura accurata nelle descrizioni, cosa apprezzabile per un’ambientazione fantasy, ove solitamente tutto è visto in modo un po’ sfocato. Una splendida occasione che ho avuto per recuperare questo genere particolare e che mi ha spinta a cercare altri libri simili, di cui vi parlerò in futuro.
La mano nera della giustizia è stata un’avventura colma d’azione. Fin troppo! In effetti a momenti non rimanevo calpestata in una delle risse del poliziotto corrotto che vediamo protagonista della vicenda. Per fortuna che ho perso solo qualche penna, ma che male! Non ho saputo apprezzare appieno il racconto a causa dei miei gusti e forse anche del periodo in cui lo lessi. Ho apprezzato il tentativo di Carta di rendere più profondo il protagonista, trattando con delicatezza la sua psicologia. Però è stato tutto calpestato dalla violenza degli eventi. Non ho trovato una reale contrapposizione tra ciò che è “bene” e ciò che è “male”. Mi sarebbe piaciuto avere almeno un personaggio che andasse contro alle scelte prepotenti del protagonista e che apparisse più che in qualche scena.
Così, stremata, mi sono appollaiata sul finestrino aperto di un convoglio. Davanti a me c’erano una ragazza chiacchierona, un’altra apparentemente stufa di ascoltarla e altri due ragazzi ben acconciati. Tutti pronti ad affrontare un lungo viaggio in treno per andare al lavoro. Professione pendolare è stato per me come un momento di pace, perfetto per riprendere respiro. La crescita personale di Cali, la protagonista, mi ha accompagnato durante il tragitto sui vari mezzi di trasporto che prendo quotidianamente. È stato divertente leggere i dialoghi così accurati e realistici della Albanese. Infine mi ha emozionata scoprire un mondo interconnesso tra i libri dell’autrice. Uno stratagemma molto interessante per incuriosire il lettore.
Pronta per continuare la mia ricerca del bubbolio magico (per i gufetti è una parola sacra, che dà poteri e saggezza sconfinata), ho scoperto in Prophecy una cittadina particolarmente movimentata. Ricolma di creature bellissime e mostruose allo stesso tempo. Davvero, ogni personaggio era così gnocco da accecare i miei occhietti da pennuto. Ho esplorato questo young adult - urbanfantasy e non mi ci sono trovata benissimo, forse per ragioni di gusti personali. Ciò che mi è rimasto più impresso è il lato romance del libro, che è anche quello che l’autrice ha saputo scrivere meglio probabilmente, molto meno quello fantasy. Nonostante non mi sia piaciuto però ha saputo come rimanermi in testa, questo è poco ma sicuro. Lo consiglio agli amanti del genere romantico.
Sorvolando, ho raggiunto un’enorme edificio. Incuriosita mi sono appoggiata sul davanzale di una finestra, intravedendo all’interno due uomini lavorare a uno strano macchinario. L’illusione della fenice mi ha affascinata dal punto di vista narrativo. Ho apprezzato tantissimo la suddivisione in tre parti. Piano piano senti di entrare sempre di più nei panni del protagonista. Il romanzo porta temi dallo spessore filosofico, ha dei tratti fantascientifici, ma in realtà non è stato pensato per appartenere a questo genere. Alla fine capisci che qualcosa non quadra e rimani col fiato sospeso. Mi è piaciuto tutto di questo libro, a parte forse i dialoghi, leggermente artefatti. Davvero molto bello, non riesco ad aggiungere altro.
Sono giunta così, affaticata dal mio lungo volo, sulla cima di una ruota panoramica. La luna è alta in cielo. I bambini strillano di contentezza, mentre corrono in direzione del carretto dello zucchero filato. Un lunapark. Ai piedi della ruota siedono Carlo e Marvin, chiacchierano in tranquillità, fino a che il secondo non si alza e si allontana. Mi è molto difficile parlare di quello che mi ha lasciato I viaggi segreti di Carlo Rossmann, perché è stata un’avventura rocambolesca, che ha toccato più volte il grottesco, uno stile quasi pirandelliano. Una storia, di quelle che se ne trovano poche ormai, mi ha fatta ridere e riflettere allo stesso tempo. L’autrice ha un vero talento per questo tipo di comicità e sono convinta che dovrebbe svilupparla ulteriormente.
Giungiamo così alla fine del mio percorso. Sono giunta quasi indenne al mio nido per raccontarvi le mie avventure. Adesso è arrivata la parte più difficile, ovvero scegliere il libro che ho preferito. Molti di questi libri sono più che validi, secondo me. Ma penso che quello che sia assolutamente irrinunciabile da leggere sia I viaggi segreti di Carlo Rossmann dulcis in fundo del mio viaggio. È il libro che mi ha sorpresa di più in generale, mi ha divertita e accompagnata delicatamente verso un finale illuminante. Non credo esista un libro perfetto tra quelli che ho elencato. Ognuno ha i suoi difetti, ma credo che la perfezione stia proprio in questo: nell’essere difettosi e potenzialmente migliori.
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